
Questo era il Giorno 1 della Malaika Foundation.
L'inizio di tutto, prima ancora che avesse un nome.
Prima che capissi davvero cosa stesse accadendo in questo angolo dimenticato del mondo.
Prima che potessi anche solo immaginare che, insieme ad altri, saremmo riusciti a salvare la vita di così tanti bambini.
Tutto è cominciato con queste fotografie. Con il desiderio di mostrare al mondo chi sono, di portare alla luce le loro storie, le loro voci e il loro grido di speranza.
Queste immagini non erano solo ritratti. Erano un messaggio. Un grido d’aiuto.
Attraverso di esse, stavo chiedendo:
“Guardateli. Aiutatemi. Inviate qualcosa, anche solo quanto basta per comprare un pezzo di pane.”
Ma non l’ho fatto da solo.
Sabbath, una ragazza di Nairobi che ho incontrato per puro caso, è stata la prima ad offrire il suo aiuto.
Ha capito cosa stavo cercando di fare e mi è stata accanto senza esitare.
Poi è arrivato l’aiuto di Brownie, il primo orfano che ho incontrato per strada. È lui che mi ha fatto conoscere la cruda e dolorosa realtà di migliaia di bambini senza famiglia, senza riparo, senza cibo.
Non mi hanno solo aiutato. Sono diventati il cuore di tutto questo.
Insieme, Sabbath e Brownie sono diventati l’anima stessa di ciò che un giorno sarebbe diventata la Malaika Foundation. Senza di loro, nulla di tutto questo sarebbe esistito.
Sono passati quattro anni.
Non tutti i bambini in queste foto ce l’hanno fatta. Alcuni si sono persi troppo presto.
Ma molti altri sono ancora qui. Ancora vivi.
E oggi sanno cosa significa essere amati.
Hanno imparato a sperare di nuovo.
Questo è stato solo l’inizio.
E da quel primo giorno, non ci siamo mai fermati.
Perché quando salvi una vita, ne salvi molte:
la loro, la tua, e quella di chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte.